RISORSE | FAQ per genitori et insegnanti

Domande e risposte sull’educazione sessuale a scuola destinata a bambini e adolescenti

Molte persone non sanno esattamente cosa si intende per educazione sessuale e quali sono i suoi obiettivi. Queste domande/risposte vogliono fornire delle risposte alle domande più frequenti in materia, specialmente da parte dei genitori. Le risposte sono state formulate da specialisti in salute sessuale. Se avete altre domande, non esitate a contattarci.
1. Qual è il ruolo dell’educazione sessuale a scuola rispetto a quello dei genitori?

Per «educazione sessuale» si intende «educazione alla salute sessuale per i bambini e gli adolescenti». L’educazione alla salute sessuale dovrebbe comprendere tanto un’educazione informale da parte soprattutto dei genitori quanto un’educazione formale impartita principalmente dalla scuola. In ambito scolastico, quest’apprendimento deve aver luogo nel contesto dello sviluppo affettivo e sociale del bambino e dell’adolescente ed essere complementare all’educazione in famiglia. Deve declinarsi sotto forma di programmi evolutivi adatti ai bisogni e all’età degli allievi. In quanto istituzione pubblica, la scuola è un luogo privilegiato per garantire a tutti il pari accesso a questa prestazione.

2. Perché i bambini e gli adolescenti necessitano di un’educazione sessuale a scuola?

L’educazione sessuale permette ai bambini di sviluppare un atteggiamento positivo verso se stessi e il proprio corpo, e di imparare ad agire responsabilmente nei propri confronti e verso gli altri. L’educazione sessuale rafforza la personalità e l’autostima dei bambini e degli adolescenti e aiuta ad acquisire le competenze necessarie che permetteranno loro di sperimentare e vivere la sessualità e le relazioni liberamente e con responsabilità. Inoltre, offre a ogni bambino e a tutti i giovani accesso all’informazione e all’educazione, il che costituisce un diritto che va rispettato.

3. In che misura l’educazione sessuale a scuola è in grado di contribuire alla protezione dei bambini e degli adolescenti dagli abusi sessuali?

I bambini e gli adolescenti dipendono dagli adulti. Spesso gli abusi avvengono nell’ambito di questa relazione di dipendenza (1). Un’educazione sessuale in famiglia e nel contesto istituzionale contribuisce in modo sostanziale a prevenire gli abusi sessuali. In effetti, quest’educazione fornisce ai bambini i mezzi per riconoscere un abuso e chiedere aiuto. I soli programmi di prevenzione non integrati in un’educazione alla salute sessuale e che consigliano soltanto di “dire no - andare via - chiedere aiuto”, pur insegnando ai bambini e agli adolescenti a riconoscere i pericoli, non permettono però di lavorare sugli elementi contestuali che danno al bambino la possibilità di capire rapidamente una situazione e, se del caso, di agire immediatamente.

(1) Uno studio empirico sugli abusi sessuali sui bambini e sui giovani in Svizzera (cfr. Studio Optimus 2012, p. 9) mostra che gli atti di violenza su vittime in età prescolare (1-5 anni) sono compiuti da familiari o persone del contesto familiare.

4. Perché l’educazione sessuale è importante già nell’infanzia?

L’apprendimento dei diritti e dei doveri inizia fin dalla più giovane età con l’apprendimento delle regole di vita sociale. Nel contesto della sessualità, si tratta soprattutto di imparare a distinguere le attività appartenenti alla sfera privata da quelle che sono ammesse in pubblico. Tale processo di apprendimento presuppone la conoscenza e il rispetto del proprio corpo, dei propri sentimenti e delle proprie emozioni. L’insegnamento delle emozioni, in particolare, costituisce una parte importante della prevenzione degli abusi sessuali. I bambini imparano a riconoscere i propri sentimenti, a esprimerli e a capire se sono «buoni» o «cattivi». Imparano a conoscere meglio i propri limiti e sono quindi in grado di stabilire loro stessi dei limiti con un «no» persuasivo e sono in grado di dire se gli è capitato qualcosa di spiacevole. I bambini e gli adolescenti devono anche imparare a conoscere i limiti degli altri per poterli accettare e rispettare. Anche quest’aspetto è molto importante nel contesto della prevenzione degli abusi sessuali sui minori.

5. Cosa succede durante le lezioni di educazione sessuale per i bambini?

Come per ogni ordine di scuola, l’educazione sessuale nella scuola dell’infanzia è adattata all’età e allo sviluppo dei bambini. In particolare, i piccoli imparano a riconoscere i sentimenti a partire da canzoni, ad affermarsi attraverso giochi di ruolo e a dire «no» ascoltando delle storie. L’educazione sessuale ha quindi un carattere preventivo e serve da base a una protezione efficace contro gli abusi sessuali. La prevenzione in forma ludica contribuisce a rendere i bambini più fiduciosi, a considerare i loro sentimenti e le loro emozioni e ad approfondire la loro conoscenza del corpo, dei propri limiti e dei limiti degli altri bambini. Durante queste lezioni viene utilizzato materiale pedagogico in funzione dell’età dei bambini poiché è indispensabile un’educazione sessuale adatta al loro stadio di sviluppo.

6. Perché per i genitori è importante che i loro figli seguano i programmi di educazione sessuale a scuola?

Le conoscenze trasmesse a scuola completano l’educazione sessuale impartita dai genitori. Le informazioni fornite nel contesto scolastico possono essere utili anche ai genitori per affrontare la sessualità con i propri figli. L’educazione sessuale a scuola permette ai bambini di acquisire le regole della convivenza e risponde alle domande dei bambini e degli adolescenti alle quali i genitori non hanno sempre delle risposte o con le quali si sentono a disagio, come per esempio le domande sull’omosessualità, la violenza sessuale, talune pratiche sessuali, ecc. L’educazione sessuale a scuola consente inoltre ai bambini e agli adolescenti che non osano rivolgersi ai genitori o che preferiscono non affrontare determinate questioni in casa, come accade spesso durante l’adolescenza, di trovare comunque delle risposte alle loro domande. L’educazione sessuale a scuola fornisce un contributo importante a sostegno dei genitori o di qualunque altra persona che esercita l’autorità parentale nel ruolo di educazione in materia di sessualità e di salute sessuale.

7. Come si svolge l’educazione sessuale nel contesto scolastico?

I temi o i comportamenti che fanno riferimento alla sessualità sono spesso presenti nel vissuto quotidiano degli allievi. Gli insegnanti e tutte le persone di riferimento devono essere pronti ad accogliere queste tematiche e a contestualizzarle. È soltanto ottenendo risposte e spiegazioni chiare che i bambini e gli adolescenti possono sentirsi completamente appoggiati e incoraggiati nel loro sviluppo. La sessualità non è però trattata solo a partire dalle situazioni vissute o raccontate dagli allievi, ma fa parte del Piano di studio romando ed è praticata da specialisti in salute sessuale sotto forma di programma, il che permette di garantirne la professionalità e l’uguaglianza a livello d’informazione. Nella pratica, l’educazione sessuale è positiva per i bambini e gli adolescenti come pure per tutte le persone che li circondano (genitori, educatori, operatori sociali, ecc.). Non si limita alla sensibilizzazione e alla prevenzione della violenza sessuale ma contribuisce a sostenere tutte queste persone nel loro ruolo in relazione alla sessualità dei bambini e degli adolescenti.

8. Quali sono gli effetti positivi dell’educazione sessuale sui bambini e sugli adolescenti?

L’educazione sessuale accompagna lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti che così imparano ad affrontare la sessualità in modo positivo, a prendere coscienza dei propri bisogni e limiti, dei propri doveri ma anche a conoscere meglio il proprio corpo, a proteggerlo e, all’occorrenza, difenderlo. Ciò permette loro di sviluppare un atteggiamento positivo di fronte al proprio corpo, di guadagnare fiducia in se stessi e di acquisire le competenze necessarie e appropriate per comunicare. Saper parlare dei propri sentimenti, agire in modo riflessivo in funzione dei propri limiti e di quelli degli altri, è con questo spirito che l’educazione sessuale non è solo una scuola di vita ma anche un pilastro della prevenzione degli abusi sessuali, delle gravidanze indesiderate e delle infezioni sessualmente trasmissibili. Grazie anche all’educazione sessuale, i bambini e gli adolescenti imparano a rispettarsi e a rispettare gli altri, come pure a sviluppare competenze psicosociali relative alle relazioni e alla sessualità (per esempio saper gestire le emozioni, avere consapevolezza di sé, sviluppare uno spirito critico, ecc.).

9. Cosa si intende per educazione sessuale olistica?

Un’educazione sessuale olistica (globale) si adatta all’età dei bambini e degli adolescenti e fornisce loro informazioni scientifiche e attuali. Vuole innanzitutto porre in evidenza gli aspetti positivi e piacevoli della sessualità prima di affrontare i potenziali rischi che comporta nel pieno rispetto dei limiti individuali di ciascun bambino. Contribuisce a rinforzare le competenze sociali dei bambini e degli adolescenti affinché possano decidere in modo autonomo e informato in merito alla loro sessualità. L’educazione sessuale è un diritto del bambino e sostiene la prevenzione degli abusi sessuali, delle gravidanze indesiderate, delle infezioni sessualmente trasmissibili e dell’omofobia. Un’educazione sessuale professionale che riguarda l’insieme dei seguenti aspetti: corpo umano e sviluppo; fertilità e riproduzione; sessualità; emozioni; relazioni e stili di vita; sessualità, salute e benessere; sessualità e diritti; influenze sociali e culturali sulla sessualità.

10. Come viene applicata l’educazione sessuale nelle scuole svizzere?

In Ticino, gli insegnanti sono responsabili dell’educazione sessuale. È stato formato un gruppo di Consulenti-formatori che sono a disposizione per accompagnare gli insegnanti nei loro compiti educativi. Nelle scuole medie e del post-obbligo, gli specialisti esterni in salute sessuale intervengono per completare l’educazione sessuale (specifici interventi di educazione alla salute sessuale). Nella Svizzera francese, sono gli specialisti esterni in salute sessuale che intervengono nelle scuole per assicurare un’educazione sessuale continua. Questo modello è ben collaudato da oltre 30 anni ed è molto ben accolto e apprezzato dai genitori. Nella Svizzera tedesca, l’educazione sessuale è in generale delegata agli insegnanti. Esistono numerosi modelli in funzione delle scuole o degli insegnanti: taluni propongono prestazioni molto esaustive, altri trasmettono soltanto il minimo indispensabile, per lo più sotto forma di lezioni di biologia e riproduzione, senza approfondire gli aspetti relazionali e sociali. Un modello di cooperazione tra insegnanti e specialisti in salute sessuale sarebbe certamente auspicabile e garantirebbe la qualità delle prestazioni proposte.

11. Chi sono le persone competenti per occuparsi dell’educazione sessuale?

La responsabilità dell’educazione sessuale dei figli compete in primo luogo ai genitori o altre persone che si occupano dell’educazione. Saranno loro a parlare per primi ai figli di sessualità. In quanto «modelli» sono loro a trasmettere le proprie norme e i propri valori che riflettono allo stesso tempo il contesto culturale e/o religioso in cui crescono. Lo sviluppo della personalità, dei comportamenti, della capacità decisionale e di un sentimento positivo del bambino nei confronti del proprio corpo è influenzato, oltre che dalla struttura familiare, anche dall’ambiente. Nel suo mandato d’istruzione pubblica, la scuola è chiamata a completare le conoscenza trasmesse dai genitori o da altre persone incaricate dell’educazione, dedicando una particolare attenzione all’educazione alla salute sessuale. Questo mandato concerne anche la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, delle gravidanze indesiderate, delle violenze sessuali e dell’omofobia. SALUTE SESSUALE Svizzera si impegna per l’ulteriore sviluppo della cooperazione tra specialisti esterni e insegnanti delle scuole.

12. Su quali basi poggia l’educazione sessuale a scuola?

L’educazione sessuale si basa sui diritti sessuali e riproduttivi, su studi scientifici e sulla realtà attuale. L’educazione sessuale a scuola è insegnata in modo globale e senza giudizi di valore; contribuendo così a rafforzare i bambini e gli adolescenti. Informare i bambini e trasmettere loro conoscenze in materia offre equamente a ogni giovane l’opportunità di svilupparsi a livello sessuale in modo positivo e sano, indipendentemente dalla cultura, dalla religione e dal genere. Questa è la condizione preliminare affinché i bambini e gli adolescenti si sviluppino in modo globale e si sentano bene nel proprio corpo. L’educazione sessuale nel contesto scolastico rispetta i valori culturali e religiosi nella misura in cui essi sono compatibili con i diritti fondamentali dei fanciulli. Le raccomandazioni dell’OMS e dell’UNESCO sono rispettate: «L’educazione sessuale (…) è sensibile rispetto alla cultura, alla società e al genere. È rapportata alle realtà di vita di bambini e ragazzi (2). »

(2) Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA: Standard per l’educazione sessuale in Europa, p. 27

13. L’educazione sessuale incoraggia i bambini e gli adolescenti a una sessualità precoce?

L’affermazione secondo cui l’educazione sessuale indurrebbe a una sessualità precoce e più attiva è infondata e confutata da numerosi studi (Kirby et al. 2005). Vari sondaggi in Svizzera (UFSP 2014) confermano che la maggior parte dei giovani ha il primo rapporto sessuale attorno ai 17 anni, un limite d’età che risulta immutato da tempo. Parlando ai ragazzi in modo franco ed esplicito di sessualità, i giovani sviluppano le proprie idee. I valori sociali e le norme sono criticati e messi in discussione. Questi interrogativi aiutano a farsi un’opinione e a prendere coscienza del proprio valore. Tramite l’acquisizione di competenze il bambino saprà meglio difendersi e proteggere la propria integrità in caso di abusi (sessuali). Un’educazione sessuale «precoce» permette di correggere informazioni erronee diffuse dai media e di favorire la capacità di prendere decisioni. I giovani adulti sapranno così proteggersi meglio da un comportamento che presenta rischi.

14. In che modo l’educazione sessuale tiene conto dei valori religiosi dei bambini interessati?

L’educazione sessuale basata sui diritti sessuali rispetta la libertà di opinione, così come la libertà di credo e di religione. Lo scopo dell’educazione sessuale è di confrontarsi sui diversi sistemi di valore religiosi e culturali. Una discussione critica consente ai bambini e ai giovani di identificarsi con il loro sistema di valori, senza che altri sistemi di valori vengano sottostimati o negati. L’educazione sessuale a scuola deve dar voce sia ad approcci “niente rapporti sessuali prima del matrimonio” sia a “il matrimonio per tutti, comprese le coppie omossessuali”. Un’educazione sessuale laica riconosce la diversità religiosa e culturale a condizione che siano garantiti i diritti all’educazione e alle pari opportunità.

15. Perché anche i bambini e i giovani con disabilità mentale o fisica hanno bisogno di un’educazione sessuale?

Come chiunque altro, i bambini e gli adolescenti con disabilità hanno delle preoccupazioni e delle domande sulla sessualità e sono al centro di diverse influenze, per esempio quelle dei media. Anche loro hanno diritto a un’educazione sessuale che risponda alle loro domande e sia adattata al loro sviluppo e alle loro capacità. Una disabilità mentale o fisico può tuttavia necessitare di più tempo, sostegno e accompagnamento. Quindi, l’educazione sessuale dei bambini e dei giovani con disabilità dev’essere dispensata in un contesto specifico che permette di incontrarli nel rispetto dei loro particolari bisogni, tenendo conto dell’impatto della disabilità nel loro quotidiano, così come del maggiore rischio di gravidanze indesiderate, d’abuso sessuale e di trasmissione dell’HIV/IST. Come chiunque altro, questi bambini e giovani hanno il diritto di essere riconosciuti, ascoltati e valorizzati nella loro dimensione sessuale attraverso un’educazione sessuale che rispetti il loro diritto ad avere una sfera privata e che sostiene il principio di “cittadinanza sessuale” in quanto “statuto che riconosce l’identità sessuale delle persone e i loro diritti ad una vita sessuale di qualità.” A.Dupras (2010)

16. Quale educazione sessuale per assicurare la parità di trattamento ai bambini e giovani con disabilità?

I bambini e i giovani con disabilità devono poter beneficiare di apporti differenziati e complementari. La loro educazione sessuale deve includere contributi verbali e immagini, ma soprattutto una dimensione di scoperta corporea adattata alla loro realtà e ai loro bisogni. Inoltre, deve essere il più possibile integrata continuamente nella loro vita quotidiana e nel loro progetto di vita, e deve permettergli d’identificare e di esprimere i loro bisogni. La famiglia trasmette una cultura dell’intimità, del rispetto di sé e degli altri. Gli specialisti dispensano un'educazione sessuale e affettiva formale, adattata, esplicativa e inclusiva che assicura le informazioni necessarie e permette di discutere di sessualità e di salute sessuale al di fuori dalla famiglia. L’équipe educativa è parte integrante del processo: sostiene l’educazione sessuale nel quotidiano appoggiandosi agli specialisti e apre degli spazi collettivi di riflessione sul proprio ruolo e la propria postura.

17. Chi sono gli specialisti in salute sessuale?

I titoli professionali SALUTE SESSUALE Svizzera di «Specialista in salute sessuale – educazione–formazione-consulenza» e «Fachperson sexuelle Gesundheit in Bildung und Beratung» sono conferiti dopo l’ottenimento di un DAS nella Svizzera latina e di due CAS nella Svizzera tedesca. Le persone diplomate beneficiano in seguito, durante tutto il loro percorso professionale, di formazioni continue proposte da diverse scuole universitarie professionali in Svizzera e dalle associazioni professionali del settore, ARTANES, faseg e ARTCOSS, in stretta collaborazione con SALUTE SESSUALE Svizzera. Gli specialisti al beneficio di questo titolo professionale sono qualificati per lavorare nell’ambito dell’educazione e della consulenza in salute sessuale e riproduttiva. Per esempio, nell’ambito dell’educazione propongono corsi di educazione sessuale nelle scuole, coaching destinato a insegnanti e specialisti o incontri d’informazione e formazione per i genitori. Nell’ambito della consulenza psicosociale offrono anche consulenza per la gravidanza, contraccezione, prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (compreso HIV e AIDS) e la violenza sessuale. Questi specialisti incoraggiano a riflettere in modo critico sui temi della sessualità e ad agire con cognizione di causa. Le consulenze offerte sono neutre e competenti. Nell’esercizio delle loro funzioni agiscono nel rispetto delle carte etiche sviluppate dalle associazioni professionali (ARTANES, ARTCOSS) dell’educazione e della consulenza in salute sessuale. Le associazioni professionali romande e ticinesi dell’educazione e della consulenza in salute sessuale si impegnano per garantire prestazioni di qualità, in particolare tramite lo scambio di esperienze e competenze, mediante un lavoro di messa in rete e con l’organizzazione di formazioni continue.

18. Come si svolge concretamente un incontro sull’educazione alla salute sessuale realizzato dagli specialisti in educazione sessuale?

Un incontro sull’educazione alla salute sessuale s’integra nella vita della scuola: le e gli insegnanti sono coinvolti prima e dopo il corso poiché il loro ruolo è fondamentale affinché quest’ultimo si svolga in buone condizioni.
A dipendenza dell’età degli allievi, vengono utilizzate diverse modalità didattiche. Le domande anonime sono spesso proposte agli studenti più grandi poiché permettono loro di chiedere tutto quello che desiderano, senza nessun rischio di esporsi. È anche un modo per l’educatrice/tore di sapere cosa sanno gli allievi, a cosa sono interessati e cosa li preoccupa.
Dal momento che l’educatrice/tore non conosce la classe, l’entrata in materia è fondamentale. Infatti, l’incontro inizia spesso con uno scambio spontaneo sull’amore, amicizia, sessualità. Questo permette di rompere il ghiaccio e d’instaurare un rapporto di fiducia tra l’educatrice/tore e la classe. Inseguito, in funzione delle priorità della classe, vengono utilizzati differenti supporti didattici: disegni, immagini, tavole anatomiche, metodi contraccettivi, opuscoli, ecc.
L’accento viene messo sull’interazione e sullo scambio e ogni allievo è libero di decidere in quale misura vuole partecipare.
L’incontro termina con un momento di bilancio con gli allievi e con un momento di scambio con la o il docente.

19. Qual è il punto di vista di SALUTE SESSUALE Svizzera sull’educazione sessuale?

SALUTE SESSUALE Svizzera appoggia la professionalizzazione dell’educazione sessuale sia tramite l’integrazione di specialisti esterni sia sensibilizzando e formando il personale insegnante alle questioni legate alla sessualità e alla salute sessuale. SALUTE SESSUALE Svizzera si impegna a favore di un’educazione sessuale olistica basata sui diritti così come prevista dagli standard dell’OMS. SALUTE SESSUALE Svizzera sostiene inoltre lo sviluppo di sensibilizzazioni destinate ai genitori e a ogni adulto cui è affidata l’educazione dei bambini. In effetti, questi adulti devono poter beneficiare di competenze e informazioni necessarie per assumere un ruolo di sostegno ai bambini. Questo «modello di cooperazione» polivalente è da una parte garanzia di qualità e dall’altra fornisce una risposta sociale positiva e durevole ai bisogni e alle domande dei giovani. L’educazione sessuale svolge un ruolo essenziale nella costruzione della personalità e nel consolidamento dell’identità dei bambini e degli adolescenti, nella prevenzione della violenza sessuale e dell’omofobia, nella prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate.